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La nuova morte di Bin Laden

3/5/11
Le masse, si sa, formano un gregge che non si ferma a pensare. E i furbi ne approfittano. Così, all'annuncio della morte di Bin Laden, assistiamo a manifestazioni di giubilo nelle strade e sul web; ce n'è pure qualcuna di segno opposto, ma il punto è un altro. Non è meglio fermarsi a riflettere? Se era davvero lui, l'hanno ucciso e non catturato, perché era meglio che non parlasse? O, più probabilmente, Bin Laden, uomo della Cia è morto chissà quando, magari terminato da qualche collega, dopo aver messo su l'ufficio Al Qaeda. Da allora è stato usato come personaggio, per altro ben riuscito, che buca lo schermo. Se miliardi di persone credono alle superstizioni religiose, perché non dovrebbero credere alla sua esistenza? Se ti faccio credere che il diavolo esiste, tu hai paura; se un giorno ti dico che l'ho sconfitto, tu mi sei grato per l'eternità. Nel 2007, l'ex premier pachistano Benazir Bhutto affermò che Bin Laden era stato assassinato da un ex collaboratore dell'Isi, coinvolto anche nell'attentato alle Twin Towers. Pare che, in realtà non intendesse dire questo e che si trattasse di un lapsus. Fatto sta che, dopo nemmeno due mesi, la Bhutto venne eliminata. Leon Panetta, direttore della Cia, ha dichiarato: "Anche se Bin Laden è morto, Al Qaeda non lo è. I terroristi quasi certamente cercheranno di vendicarlo, e noi dobbiamo rimanere vigili e risoluti". Quindi le operazoni che la Cia prima imputava allo " sceicco del terrore", ora saranno firmate dai suoi vendicatori. Stiamo attenti ai facili entusiasmi e riflettiamo sempre prima di parteggiare per una fazione o per l'altra. L'esistenza di un nemico farà sempre comodo. Noi dobbiamo solo fare attenzione a non cadere nel tranello. E sperare di non essere le vittime preventivate tipo "11 settembre".