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"La grande bellezza" di Paolo Sorrentino

6/3/14
Il film di Sorrentino ha un'ottima fotografia, accompagnata da una grande scenografia, già per il fatto di sfruttare quanto offre Roma. Stupenda la critica al mondo borghese e radical chic, che fa tanto Partito Democratico. In questo senso azzeccati due squallidi personaggi come Verdone e Venditti. Poi il film cade nella sua stessa trappola e si ripiega su se stesso in modo intellettualoide. Tempi morti e lentezza narcotica, da far invidia al cinema francese, lo rendono indigesto e insopportabile. Meglio ingoiare un liquido di contrasto misto a olio di ricino. Chi non ci ha capito niente, non si è accorto che la trama semplicemente non esiste. Ma l'Oscar è altra cosa e magari prima o poi lo danno a Di Caprio, visto che ne hanno dati ben due a Tom Hanks e uno come miglior lecchino a Benigni. E tra il cinema italiano e quella americano c'è ancora un abisso.