La Palestina, metafora dell'esistenza
12/6/10
Il recente blitz israeliano contro la Freedom Flotilla è l'ennesima dimostrazione di forza dell'entità sionista, che ha ribadito ancora una volta a tutto il mondo chi è che comanda nel mondo. Si tratta di un nuovo sopruso, in barba ad ogni legge e convenzione internazionali. Un'esibizione muscolare a cui non farà seguito alcuna sanzione. Al limite, qualche moderata condanna di circostanza, da parte di chi deve istituzionalmente dichiararsi "super partes", come l'Onu. Se l'avesse fatto l'Iran, i ciarlatani che hanno visto il fatto come una giusta difesa da parte sionista, avrebbero parlato di terrorismo. Di tali lacchè, ne abbiamo ovviamente anche in Italia: in politica (vedi Frattini) e nei mass media (vedi il quotidiano Il Giornale). Giusto per fare un esempio, si intende. Pensate che, ad ogni modo, questo avvenimento, così come il lento genocidio del popolo palestinese, sia qualcosa che non ci riguarda? Qualcosa che tanto accade ben lontano dalla nostra prigione dorata e dotata di tutti i confort (automobili, vestiti, tv che trasmette sport e "Uomini e donne", centri commerciali, Mc Donald's, messa domenicale, antenne e centrali dispensatrici di tumori gratuiti, farmaci per le vostre crisi d'ansia da individui spezzati o per divertirsi di più il sabato sera...)? Allora chiedetevi perché durante la settimana fate gli schiavi per pagare una casa che non è vostra, ma ancora dell'usuraio che vi ha prestato il denaro per ottenerla. Perché la politica è ridotta ad un bipolarismo, dove l'opposizione è strumentale alla maggioranza, tanto che sono perfettamente intercambiabili. Perchè la società contemporanea è malata di individualismo e materialismo e ciò che anticamente era un valore, ora è considerato disonorevole e viceversa. Se pensate di essere più fortunati dei Palestinesi per la vita che fate, riflettete sul fatto che almeno loro hanno un nemico visibile da prendere a sassate. E se il carro armato li centra, finalmente diventano liberi. Voi, invece, da quella prigione non uscirete mai, a meno che, dato che non potete colpire l'invisibile nemico che vi ci ha messi, non prendiate a sassate chi vi ci trattiene: voi stessi.